Disturbi digestivi e Long-Covid: scopriamo insieme cosa fare

Tra i sintomi più frequenti legati al post-Covid troviamo stanchezza, problemi di memoria e difficoltà a concentrarsi. Ma non solo, ormai vengono riconosciuti sempre più spesso anche problemi a livello gastrointestinale, ad esempio nausea, vomito e perdita di appetito.

 

Disturbi digestivi e Long-Covid: scopriamo insieme cosa fare. Superata l’infezione acuta causata dal Covid-19, numerosi pazienti riscontrano una serie di sintomi, mai accusati prima della malattia. Parliamo di settimane, o addirittura mesi trascorsi dall’effettiva guarigione. Gli effetti del Long-Covid sono svariati, e tra questi rientrano quelli legati all’apparato digerente, che possono manifestarsi indipendentemente dalla gravità della malattia subita.

 

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Cos’è il Long-Covid

Il Long-Covid è un termine utilizzato per descrivere gli effetti a lungo termine del Covid-19 sulla salute. Ci sono molte persone che hanno contratto il Covid-19, infatti, e che sperimentano sintomi come stanchezza estrema, dolori muscolari, difficoltà di concentrazione e di respirazione per mesi dopo aver contratto il virus. Nello specifico, se dopo più di quattro settimane dall’infezione da SARS-CoV-2, nonostante la negativizzazione del test, alcuni sintomi persistono, si parla di Long-Covid.
Tra i sintomi più comuni, oltre a quelli precedentemente citati, rientrano anche tosse, affaticamento, senso di oppressione al petto, febbre, sintomi da raffreddamento, mal di testa, disturbi gastrointestinali, perdita del gusto e dell’olfatto ed eruzioni cutanee. Purtroppo alcune persone, dopo essere guarite, continuano a mostrare sintomi che trascinano malesseri vari per settimane, se non mesi. Una situazione sofferente che, oltretutto, può condizionare fortemente la quotidianità delle persone.

 

Disturbi gastrointestinali da Long-Covid

Tantissime persone continuano, dopo la guarigione da Covid-19, ad avere disturbi gastro-intestinali. Si tratta di una conseguenza legata all’azione infiammatoria del virus che ha danneggiato il tratto digestivo (stomaco e intestino). I sintomi più comuni che persistono in queste persone sono: perdita di appetito, diarrea, nausea, reflusso, aerofagia, sangue nelle feci, bruciore di stomaco e difficoltà digestive.
Grazie a diversi studi, si è scoperto che i disturbi digestivi possono essere causati da “scorie” presenti nell’apparato digerente di pazienti con long-Covid, quindi dovuti al ridotto afflusso di ossigeno nel corpo. Inoltre, il Sars CoV-2 riesce a colpire organi con specifici recettori che si trovano anche sulle cellule di tutto l’apparato digerente, causando un attacco diretto da parte del virus e un relativo danneggiamento. Ma ad aggravare la situazione ci sarebbero anche i farmaci assunti per affrontare la malattia.

 

Come curare i problemi intestinali legati al Long-Covid

In una situazione problematica come questa, occorre innanzitutto rivolgersi al proprio medico di fiducia e sottoporsi ad accurate analisi. Ciascun caso clinico è differente e la diagnosi con la cura devono essere indicati a seconda delle caratteristiche fisiche e psicologiche del paziente.
Numerosi specialisti consigliano una dieta equilibrata e completa, in grado di alleggerire lo stomaco e garantire il corretto apporto di macronutrienti (carboidrati, proteine e grassi) e micronutrienti (vitamine, minerali e via dicendo), senza dimenticare l’importanza della fibra. In generale, risulta utile mangiare poco e spesso: 4 o 5 pasti al giorno, preferendo cibi leggeri e poco elaborati. I grassi, in particolare, rallentano la digestione, quindi il suggerimento è di non abusarne. Naturalmente prediligi frutta, verdura e cibi integrali e fermentati, come yogurt bianco e kefir.
Un altro aspetto fondamentale per ridurre i sintomi gastrointestinali legati al Long-Covid è la reintegrazione dei liquidi eventualmente persi a causa del vomito o della diarrea. Per questo motivo è essenziale bere molta acqua. Eventualmente potrebbero risultare utili i probiotici, come fermenti lattici vivi ricchi di Lattobacilli e Bifidobatteri, che servono a riequilibrare la flora intestinale.
In generale, è necessario che i pazienti recuperino la propria forma gradualmente, rimanendo attivi fisicamente, importante anche dal punto di vista dell’umore, perché il rilascio delle endorfine tipico dell’attività fisica ha un effetto diretto sul senso di benessere.
 
Ribadiamo, inoltre, che è indispensabile consultare il proprio medico per una valutazione specifica e per stabilire il piano terapeutico più adeguato alle proprie esigenze.
 
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