Insufficienza renale: il ruolo dell’acqua nella sua prevenzione

Gli ultimi dati della Fondazione Veronesi indicano che in Italia ci sono oltre 4 milioni di persone con problemi renali cronici. L’insufficienza renale, in particolare, è una condizione delicata che può evolvere nel tempo fino a richiedere terapie come la dialisi o il trapianto di rene.

 

Insufficienza renale: il ruolo dell’acqua nella sua prevenzione. Oltre alle terapie farmacologiche e a un regime alimentare specifico (spesso ipoproteico), uno stile di vita sano risulta fondamentale per rallentare il decorso della malattia. In questo contesto, l’idratazione e la scelta dell’acqua giusta giocano un ruolo cruciale nella prevenzione e nella gestione dei danni renali.

 

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Perché i reni hanno bisogno di un’adeguata idratazione

I reni svolgono una funzione di filtraggio del sangue, liberandolo dalle scorie metaboliche che vengono espulse tramite l’urina. Un apporto sufficiente di acqua aiuta a:

  1. Mantenere il volume urinario adeguato: più si beve (entro i limiti consigliati), più scorie vengono diluite ed eliminate.

  2. Ridurre il rischio di formazione di calcoli: un buon flusso urinario diluisce i cristalli che, altrimenti, potrebbero depositarsi formando calcoli.

  3. Evitare la concentrazione eccessiva di sostanze nocive: la disidratazione può portare a un accumulo di prodotti di scarto nel sangue, aggravando la condizione renale.

 

Il mito degli 8 bicchieri al giorno

La regola degli otto bicchieri (circa 1,5-2 litri) è semplice da ricordare, ma non è una prescrizione universale. Ogni persona ha esigenze diverse a seconda di età, peso, clima, attività fisica e stadio della malattia renale. La Fondazione Veronesi evidenzia infatti che non esiste una quantità minima adatta a chiunque: si tratta piuttosto di individuare il proprio bilancio idrico ideale.

 

Cosa dicono gli studi sulla malattia renale e l’idratazione

  • Fasi iniziali della malattia renale: numerose ricerche mostrano come un apporto moderato di acqua durante la giornata possa migliorare la diuresi, prevenire recidive di calcoli e rallentare leggermente il declino delle funzioni renali.

  • Uno studio clinico su larga scala ha rilevato che, nonostante un aumento del consumo di acqua non causasse effetti avversi, non vi era un miglioramento statisticamente significativo della funzionalità renale dopo un anno in pazienti con malattia cronica già avanzata.

Questi dati suggeriscono che la corretta idratazione sia importante soprattutto nelle prime fasi della patologia, mentre negli stadi avanzati la gestione dei liquidi va calibrata con maggiore cautela e sotto controllo medico.

 

Scegliere Acqua Santo Stefano per un’idratazione sicura

In un contesto in cui la giusta idratazione può fare la differenza nella prevenzione e nel rallentamento dei danni renali, Acqua Santo Stefano rappresenta un’opzione interessante:

  1. Basso residuo fisso: con un residuo fisso di 245 mg/L, viene classificata come acqua oligominerale; ciò aiuta a mantenere l’equilibrio idrico senza appesantire i reni con eccessi di minerali.

  2. Povera di sodio: appena 2,96 mg/L di sodio, ideale per chi ha necessità di controllare l’assunzione di questo minerale, spesso legato all’ipertensione e a problemi renali.

  3. Purezza e sicurezza: l’acqua sgorga incontaminata nel Parco del Cilento e Vallo di Diano, ed è imbottigliata alla fonte, garantendo un prodotto puro e adatto alle esigenze di chi deve prestare massima attenzione alla qualità dell’acqua.

  4. Leggerezza e gusto neutro: incentiva a bere durante tutta la giornata, senza stancare il palato o risultare pesante, favorendo un’idratazione costante e graduale.

 

Stile di vita sano e controlli periodici

Idratarsi in modo corretto non basta. Per chi soffre di insufficienza renale o ha familiarità con problemi ai reni, è fondamentale:

  1. Seguire una dieta bilanciata: spesso ipoproteica, con riduzione del sale e controlli regolari di potassio e fosforo.

  2. Fare attività fisica regolare: un esercizio moderato aiuta a mantenere il peso forma e supporta il benessere cardiovascolare, strettamente legato alla salute renale.

  3. Monitorare la pressione arteriosa: l’ipertensione è una delle principali cause di danni ai reni.

  4. Effettuare controlli medici frequenti: analisi del sangue e delle urine regolari consentono di individuare precocemente eventuali peggioramenti.

 

Scegliendo un’acqua oligominerale povera di sodio e potassio, come Acqua Santo Stefano, si garantisce un apporto equilibrato di minerali, fondamentale sia nelle fasi iniziali di malattia, sia per chi desidera mantenere i reni in salute.

Come sempre, il consiglio più importante è quello di affidarsi alle indicazioni del proprio medico o nefrologo, che saprà stabilire il fabbisogno di liquidi e i parametri alimentari più idonei in base al singolo caso. L’obiettivo è vivere con serenità, prevenendo possibili complicazioni e proteggendo la funzionalità renale nel lungo periodo.

 

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Acqua Santo Stefano
Acqua Santo Stefano, sgorga pura da una fonte incontaminata del Parco del Cilento e Vallo di Diano. È un'acqua oligominerale povera di sodio, ideale per tutta la famiglia.
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