Rispetto e tutela dell’ambiente, per un prodotto 100% naturale: questa è la politica aziendale che caratterizza da sempre Sorgenti Santo Stefano.
Acqua e territorio
Tutto ha inizio dalle caratteristiche della sua acqua e dal territorio in cui sorge: una meravigliosa area di 181.000 ettari estesi tra il Golfo di Salerno e i boschi dell’Appennino campano, il Parco nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni. Si tratta di un’area naturale protetta riconosciuta Riserva della biosfera, divenuta nel 2010 Geoparco. Un grande vanto, se si pensa che si tratta del primo parco nazionale ad avere ottenuto questo importante riconoscimento. Ed è proprio in questo territorio che Acqua Santo Stefano sgorga spontaneamente dalla fonte omonima a 700 metri sul livello del mare.
Si tratta di un’acqua batteriologicamente purissima, con temperatura costante alla fonte, e un basso residuo fisso: con i suoi soli 250mg/litro a 180°C, è un’acqua oligominerale indicata per le diete povere di sodio.
Ma non solo: recenti studi condotti dall’Università di Napoli rilevano che grazie alle sue caratteristiche, Acqua Santo Stefano è in grado di:
- prevenire calcoli e gotta;
- trattare colicistopatie croniche e gastriti;
- apportare effetti benefici per il colesterolo ematico, in quanto stimola l’eliminazione di acido urico.
Dalla natura all’Azienda: tutte le iniziative per la tutela dell’ambiente
Bottiglie in plastica PET
Tante sono le iniziative anche aziendali che Acqua Santo Stefano adotta per salvaguardare e proteggere l’ambiente.
Prima di tutto: utilizzo esclusivo di plastica PET, riciclabile al 100% e destinato a un riciclo continuo, senza mai alterare caratteristiche fisiche e chimiche durante il processo di trasformazione. Le bottiglie in PET inoltre, non contengono traccia di Bisfenolo A.
Pratica del Vuoto a Rendere
L’azienda adotta con orgoglio la buona pratica del vuoto a rendere. Un semplice gesto che se tutti noi italiani adottassimo nel quotidiano, aiuterebbe ogni anno a risparmiare circa 6 milioni di barili di petrolio all’anno.
In che modo? Ottimizzazione dei tempi e dei costi e meno camion su strada. Basta pensare che l’intero processo del vuoto a rendere si traduce in pochi e semplici passaggi: la bottiglia passa da casa nostra al deposito e poi al produttore, che provvede alla sterilizzazione e al riutilizzo.
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