“Meglio bere l’acqua imbottigliata o l’acqua del rubinetto?“
Una domanda che tutti noi ci poniamo ma a cui spesso non sappiamo dare risposte definitive ed esaustive.
Ad accomunare entrambe le tipologie di acqua è il rispetto di specifici criteri e parametri – disciplinati da normative diverse- a cui le rispettive acque sono costantemente sottoposte al fine di garantire la salubrità delle stesse.
Scopriamo cosa caratterizza e quali sono le principali differenze tra l’acqua in bottiglia e quella potabile delle nostre case, per una scelta consapevole e il benessere del nostro organismo.
Acqua potabile e acqua naturale minerale: cosa dice la legge
In linea generica, affinché l’acqua possa essere idonea al consumo umano, deve essere:
- Salubre
- Pulita
- Non contenere microrganismi, parassiti e sostanze che in quantità elevata o particolarmente concentrata possano arrecare danni alla nostra salute.
Inoltre:
- L’acqua minerale naturale contiene sali minerali e piccole quantità di oligoelementi che possono conferire specifiche caratteristiche salutari. Per essere definita ‘minerale’ è fondamentale che venga imbottigliata così come fuoriesce dalla sorgente, senza subire alcun tipo di modifica o trattamento.
- L’acqua del rubinetto, comunemente definita potabile, è distribuita mediante acquedotti e può essere trattata da un punto di vista chimico per essere idonea al consumo.
L’acqua in bottiglia e quella del rubinetto NON hanno la stessa origine
L’acqua minerale ha origine da sorgenti e falde acquifere sotterranee protette e non contaminate. È batteriologicamente purissima all’origine e si caratterizza per la sua temperatura e composizione costante. Arriva alla nostra tavola così come sgorga dalla sorgente (dove viene anche versata in bottiglia) e si avvale di un’etichetta dove sono riportate caratteristiche, composizione e provenienza.
L’acqua del rubinetto ha origine da laghi, fiumi, falde sotterranee o superficiali e può subire trattamenti per disinfettarla dai batteri, attraverso l’ausilio di agenti come ipoclorito di sodio, biossido di cloro e cloro gassoso. Possono essere inoltre necessari altri interventi chimici al fine di eliminare possibili contaminazioni e/o elementi non salubri.
Come vengono riconosciute legalmente?
- Le acque minerali in bottiglia devono ricevere un apposito riconoscimento dal Ministero della Sanità.
- L’acqua potabile (pubblica) deve invece avere una concessione da parte dello Stato, Regioni o Province per essere immessa negli acquedotti.
Quali controlli si effettuano per garantire la salubrità delle acque?
Entrambi i tipi di acqua sono soggetti a meticolosi controlli, anche se disciplinate da due normative diverse: l’acqua minerale dal Decreto 10 febbraio 2015, quella potabile dal D. Lgs 31/2001.
L’acqua minerale è sottoposta a controlli periodici sia dalle Autorità Sanitarie, sia da parte del Sistema di Autocontrollo delle aziende, che effettuano frequenti campionature ed esami durante tutto il ciclo di produzione. I controlli sono volti a verificare:
- Caratteristiche microbiologiche degli ambienti, macchinari e materiali di confezionamento;
- Analisi chimiche, batteriologiche e numerosi assaggi al fine di verificare il mantenimento delle proprietà organolettiche.
Se solo uno di questi paramenti oltrepassasse anche di poco il limite fissato dalla legge, perderebbe il riconoscimento del Ministero e l’acqua verrebbe ritirata nell’immediato dal commercio.
L’acqua del rubinetto viene anch’essa sottoposta a controlli con lo scopo di verificare che i trattamenti effettuati non abbiano lasciato alcuna traccia nell’acqua. Ecco perché la normativa prevede il controllo di tutta una serie di paramenti (quali il clorito e il bromato), prima di definirla potabile.
A tal merito, non tutti sanno che dal 1° gennaio scorso, è entrato ufficialmente in vigore il DM 14 giugno 2017 emanato dal Ministero della Salute relativo alla qualità delle acque destinate al consumo umano. Tale normativa segna il passaggio dal semplice monitoraggio dei parametri a una valutazione preventiva del rischio su singole realtà territoriali. Il fine? Prevenire possibili contaminazioni piuttosto che intervenire a posteriori.
Come possiamo assicurarci che l’acqua del nostro rubinetto è sicura?
La società di gestione del servizio idrico ha il compito di garantire la qualità dell’acqua fino al contatore, dopodiché sta al padrone di casa e/o condominio, accertarsi che le tubature finali siano in buono stato in modo da non intaccare la qualità e caratteristiche dell’acqua.
Acqua in bottiglia e del rubinetto: vantaggi e svantaggi
Ed eccoci arrivati alla conclusione. Dopo aver descritto caratteristiche e differenza tra le tipologie di acqua, riportiamo i principali pro e i contro che vertono nella scelta dell’una o dell’altra.
Acqua in bottiglia
- Non subisce trattamenti
- Viene imbottigliata direttamente dalla sorgente
- Riceve riconoscimento dal Ministero Della Sanità
- Controlli su tutto il ciclo di produzione
- Caratteristiche riportate in etichetta
- Non presenta alcun tipo di retrogusto anomalo
- Contiene proprietà benefiche sempre riconosciute dal Ministero (qui trovi tutte le info sulle caratteristiche di Acqua Santo Stefano).
Acqua Santo Stefano è amica dell’ambiente, in quanto utilizza esclusivamente bottiglie di plastica in PET 100% riciclabile e quindi a basso impatto ambientale e aderisce al CORIPET a sostegno dell’economia circolare.
Acqua potabile
Di contro, l’acqua del rubinetto:
- È più economica dell’acqua imbottigliata,
- È amica dell’ambiente,
- Presenta retrogusto anomalo (spesso dovuto al cloro)
- Viene trattata chimicamente
- Non puoi conoscere le caratteristiche fisico-chimiche dell’acqua che bevi.