Nei primi mesi di vita i neonati non hanno bisogno di bere acqua; nello specifico, in base a quanto afferma l’Organizzazione Mondiale della Sanità, non bisogna somministrare acqua ai lattanti prima dei 6 mesi, se non in casi eccezionali. Ma cosa accade dopo i 6 mesi, durante il periodo dello svezzamento?
Acqua ai neonati durante lo svezzamento: quando e come iniziare. Durante questa fase, il bambino inizia ad abbandonare gradualmente il latte materno e a conoscere un diverso tipo di alimentazione. I neonati, infatti, nei primi mesi di vita, non necessitano di acqua, in quanto il latte materno è composto da ben il 90% circa di acqua. Ma in seguito i piccoli devono cominciare a ingerire cibi solidi e, naturalmente, a bere acqua.
Per approfondire: “Quando iniziare a dare acqua ai neonati e quale scegliere”
Cos’è lo svezzamento
Più che di svezzamento, termine con il quale si intende l’abbandono esclusivo del latte materno o della formula artificiale, si deve parlare di “alimentazione complementare”, ovvero il passaggio da un’alimentazione basata esclusivamente sul latte, a un’alimentazione costituita da latte e da altri alimenti. Si tratta, quindi, di un’integrazione che si rende necessaria in quanto il latte, a partire dai 6-8 mesi, inizia a perdere la sua completezza riguardo ad alcune vitamine e sali minerali. Con l’introduzione di altri alimenti, definiti per questo “complementari”, è possibile garantire al bambino una nutrizione adeguata e un accrescimento regolare, rimediando alle carenze appena citate.
proseguire almeno fino ai 12 mesi, e anche oltre l’anno a seconda dei casi. A tal l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e il Fondo per l’Infanzia dell’ONU (UNICEF), considerano il latte umano l’alimento ideale per i bambini fino a 6 mesi di vita; questo significa che non è opportuno iniziare lo svezzamento prima della fine del 6° mese.
Quando iniziare a dare acqua ai neonati?
l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e il Fondo per l’Infanzia dell’ONU (UNICEF), considerano il latte l’alimento ideale per i bambini fino a 6 mesi di vita; questo significa che non è opportuno iniziare lo svezzamento prima della fine del 6° mese.
Si consiglia quindi di iniziare a dare acqua ai neonati dopo i 6 mesi, cominciando con una piccola quantità durante i pasti, da somministrare in piccole tazze; dopo il primo anno di vita, si può pian piano aumentare le dosi, fino a 1 litro al giorno. L’idratazione rappresenta una fase fondamentale durante lo svezzamento, e non c’è da preoccuparsi se il bambino inizierà a richiedere maggiori quantità di acqua, poiché sarà proprio la sete a guidarlo.
Oltre allo svezzamento tradizionale, esiste anche l’auto-svezzamento, ovvero un percorso in cui si asseconda l’innata capacità del bambino di autoregolarsi nell’assunzione del cibo, magari iniziando ad attingere cibo in maniera autonoma ai genitori. L’importante è che l’auto-svezzamento sia sempre supervisionato e accompagnato da una dieta bilanciata e adatta al bambino, ovviamente da valutare insieme a un pediatra.
Come iniziare a dare l’acqua al neonato? Si può cominciare a farlo bere da una tazzina, strumento che permette al bambino di usare la lingua e percepire meglio i sapori, aiutandolo anche a coordinare la respirazione, la suzione e la deglutizione.
Quale acqua dare ai neonati?
La Società Italiana di Nutrizione Umana ha fissato dei parametri di riferimento per l’assunzione di acqua, che vengono suddivisi per fasce di età. Nello specifico, si tratta di quantità d’acqua che comprendono anche quelle incluse negli alimenti e nelle pappe, ad esempio nel brodo, nella frutta e via dicendo. Da sottolineare, inoltre che si tratta di indicazioni di massima che dipendono non solo dall’età, ma anche dal peso del bambino:
- 6-12 mesi: 800 ml d’acqua;
- 1-3 anni: 1200 ml d’acqua;
- 4-6 anni: 1600 ml d’acqua;
- 7-10 anni: 1800 ml d’acqua;
- 11-14 anni: 2100 ml per i maschi, 1900 per le femmine;
- 15-17 anni: 2500 ml per i maschi, 2000 per le femmine.
Pertanto, quale acqua dare ai bambini durante lo svezzamento? Innanzitutto, partiamo dal presupposto che l’acqua per i neonati e i lattanti deve avere un bassissimo contenuto di sodio e di nitrati: i nitrati non devono infatti superare i 10 mg al litro e il residuo fisso, cioè la concentrazione di sali minerali presenti nell’acqua, non deve superare i 500 mg per litro. L’Acqua Santo Stefano ha una quantità di nitrati di soli 7 mg per litro e 3.05 mg di sodio per litro, e un residuo fisso di 250 mg al litro, quindi è l’ideale sia per neonati e lattanti che per i bambini, anche per la preparazione delle pappe. L’Acqua Santo Stefano è batteriologicamente purissima e presenta una temperatura costante alla fonte e si caratterizza proprio per il suo basso residuo fisso, ragione per cui viene classificata come acqua oligominerale.
Leggi anche: “Residuo fisso nell’acqua:come orientarsi alla scelta”
Scopri tutte le caratteristiche dei prodotti Sorgenti Santo Stefano. Per maggiori informazioni contattaci all’indirizzo mail info@sorgentisantostefano.it o telefonando al +39 0975861115.