Acqua a basso e bassissimo residuo fisso: cosa significa?

Che cosa rende l’acqua di una bottiglia diversa da un’altra? Tra i parametri che incidono sulla qualità e sulle proprietà benefiche spicca il residuo fisso, un valore che indica la quantità di sali minerali disciolti in un litro d’acqua dopo l’evaporazione a 180°C. Questo parametro, espresso in milligrammi per litro (mg/L), rivela quanto l’acqua possa essere leggera, ricca di nutrienti o più indicata per particolari necessità. Ma che differenza c’è tra un’acqua a basso residuo fisso e una a bassissimo residuo fisso, e quando scegliere l’una o l’altra?

Leggi anche: “Acqua minerale: impariamo insieme a leggere l’etichetta

Il significato del residuo fisso e la classificazione delle acque

Il residuo fisso rappresenta, in termini pratici, la “quantità di sali” che rimane nel recipiente quando l’acqua viene fatta evaporare completamente. Maggiore è il residuo fisso, più sostanze (come calcio, magnesio, sodio e altri oligoelementi) sono presenti nel liquido, che possono influenzare la digeribilità e la leggerezza dell’acqua, oltre a determinarne il sapore.

Le normative vigenti (D.Lgs 176/2011) distinguono diverse categorie di acque minerali in base al residuo fisso. Le acque minimamente mineralizzate (o a bassissimo residuo fisso) presentano un contenuto salino inferiore a 50 mg/L; quelle leggermente mineralizzate (oligominerali) rientrano nei 500 mg/L; troviamo poi le acque medio minerali (con residuo fisso tra 500 e 1500 mg/L) e infine quelle ricche di sali minerali (oltre 1500 mg/L).

L’importanza di conoscere questi valori risiede nel comprendere quando e perché un’acqua possa essere più adatta alle proprie necessità. Per esempio, un’acqua con un residuo fisso elevato potrebbe appesantire l’organismo in situazioni quotidiane. Un’acqua con un residuo fisso molto basso, invece, può favorire la diuresi e la depurazione, risultando particolarmente indicata per chi segue diete iposodiche o desidera contrastare la ritenzione idrica.

Differenze tra basso e bassissimo residuo fisso

Le acque a bassissimo residuo fisso (meno di 50 mg/L), note come “minimamente mineralizzate”, sono le più leggere dal punto di vista della concentrazione di sali. Questa caratteristica le rende ideali per favorire un rapido smaltimento delle scorie metaboliche, poiché stimolano la diuresi in modo accentuato. Sono spesso consigliate a neonati, bambini o a persone che devono prestare particolare attenzione al carico renale, perché risultano estremamente digeribili e povere di sodio.

Le acque a basso residuo fisso (fino a 500 mg/L), note come “oligominerali”, forniscono un buon equilibrio di sali minerali senza appesantire l’organismo. Grazie al contenuto ridotto di sodio, possono essere consumate quotidianamente per garantire una corretta idratazione, contribuire al benessere dell’apparato urinario e aiutare a prevenire la ritenzione idrica. Queste acque sono considerate “universali” per la maggior parte dei regimi alimentari, poiché offrono un bilanciamento ideale fra leggerezza e presenza di minerali.

Quando scegliere un’acqua a basso residuo fisso

Le acque oligominerali, con un residuo fisso fino a 500 mg/L, sono probabilmente la scelta più diffusa per l’uso quotidiano. La loro composizione risulta equilibrata: da un lato apportano quei sali minerali utili al corpo, dall’altro rimangono abbastanza “leggere” da consentire un consumo continuo senza rischi di sovraccarico per l’organismo. Si rivelano particolarmente indicate se si segue una dieta povera di sodio, se si desidera contrastare la ritenzione idrica e se si necessita di un supporto costante a livello di diuresi e digestione.

Perché scegliere Acqua Santo Stefano

Acqua Santo Stefano rientra a pieno titolo nella categoria delle acque oligominerali, essendo classificata come basso residuo fisso con soli 240 mg/L a 180°C. Questa caratteristica le conferisce una leggerezza unica, perfetta per ogni giorno. Inoltre, il contenuto di sodio di appena 2,96 mg/L e la presenza ridotta di nitrati la rendono adatta persino ai neonati o a chi soffre di particolari patologie. Gli studi condotti dall’Università di Napoli hanno evidenziato come Acqua Santo Stefano possa favorire la prevenzione di calcoli renali e gotta, oltre a risultare benefica per chi soffre di gastriti o colecistopatie croniche.

Quest’acqua sgorga incontaminata dal cuore del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano, mantenendo una purezza batteriologica riconosciuta e preservata dall’imbottigliamento diretto alla fonte. Contribuisce a liberare l’organismo dalle tossine in eccesso e a combattere la ritenzione idrica, offrendo un sostegno a chi desidera mantenersi in forma e a chi necessita di un equilibrio perfetto di sali.

Conoscere la differenza tra acque a basso e a bassissimo residuo fisso aiuta a fare scelte più consapevoli a tavola e nella vita di tutti i giorni.

Optare per Acqua Santo Stefano significa scegliere la sicurezza di un’acqua imbottigliata alla fonte, classificata come oligominerale, perfetta per favorire la diuresi, la digestione e il benessere generale di tutta la famiglia. Sostieni l’idratazione del tuo organismo con la purezza di un’acqua dal residuo fisso contenuto, e scopri come un piccolo gesto quotidiano possa fare la differenza per la salute.

Ti potrebbe interessare anche: “Ph dell’acqua: che cos’è e quali sono i livelli ottimali

articolo pubblicato da
Acqua Santo Stefano
Acqua Santo Stefano, sgorga pura da una fonte incontaminata del Parco del Cilento e Vallo di Diano. È un'acqua oligominerale povera di sodio, ideale per tutta la famiglia.